La Porta San Gallo è tra gli edifici monumentali considerati patrimonio artistico nazionale. Prende il suo nome dall’antica chiesa e monastero di San Gallo che erano collocati appena fuori le mura cittadine, nella zona dell’attuale Piazza della Libertà ed entrambi distrutti durante l’assedio di Firenze nel 1529.
La Porta San Gallo fu realizzata fra il 1284 e il 1285 al tempo di Rolandino di Canossa, capitano di parte Guelfa come si legge nella lapide rettangolare di marmo incisa in caratteri gotici murata sul montante destro.
Disegnata da Arnolfo di Cambio era una delle porte dell’ultima cerchia muraria attraverso le quali, fino alla seconda metà dell’Ottocento, si entrava in città. La porta si apriva sulla strada che collegava Firenze a Bologna.
In origine la porta duecentesca era più alta rispetto all’attuale in quanto durante l’assedio di Firenze fu scapitozzata e furono realizzate delle aperture per i cannoni (troniere), come si vedono ancora oggi, fu poi murata, riaperta, di nuovo murata per volontà di Cosimo I e infine riaperta nel 1661.
Una veduta ottocentesca della Porta San Gallo opera del pittore macchiaiolo Odoardo Borrani (1833 - 1905), mostra come si presentava prima dell’arrivo dell’architetto Giuseppe Poggi, che, come è noto, fece abbattere le mura per costruire i viali di circonvallazione. Nel dipinto si vedono ai lati della porta due edifici, uno era per il corpo di guardia e l’altro ospitava gli uffici del dazio, anch’essi demoliti. Tracce di un affresco cinquecentesco con la Madonna con il Bambino e i santi Giovanni Battista e Cosimo attribuito a Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, sono nell’arcata all’interno della porta. Mentre sulla parete esterna della porta, quella che ora guarda Piazza della Libertà, si trovano due tabernacoli con due leoni di parte Guelfa in pietra. Inoltre dai documenti emerge che ad ornamento della porta, oltre ai leoni, c’era un nutrito gruppo di statue raffiguranti la Madonna, Gesù, San Giovanni Battista, Santa Reparata, San Pietro e San Lorenzo di mano di Paolo di Giovanni e ancora una scultura di Dante ed una « pietra tondeggiante » considerata « la reliquia della testa del poeta », tutte andate disperse.
Infine, murata sopra l’arco della porta si trova un’altra iscrizione, incisa a lettere capitali romane, che ricorda il passaggio nel marzo del 1708 di Federico IV, re di Danimarca e di Norvegia, giunto in visita a Firenze.
Si effettuano visite guidate storico-artistiche dal tema ARTE NEL QUARTIERE a cura della Dr.ssa Alessia Sisi, Storica dell’Arte e abilitata all’esercizio della professione di guida turistica.
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